Le Persone Altamente Sensibili (PAS) vedono spesso l’ambiente lavorativo come uno scenario ostile e complesso. La competitività, la rigidità strutturale, le critiche, i suoni e le conversazioni forzate le sfiniscono mentalmente, esaurendo le loro energie. Poche volte vengono apprezzate le loro eccezionali capacità.
Daniel H. Pink è un esperto nel campo della motivazione sul lavoro e autore di vari libri di successo sulla psicologia applicata al commercio. Secondo lui, il futuro è dell’emisfero destro. Siamo arrivati ad un punto in cui la sistematizzazione, la computerizzazione e l’automaticità si stanno trasformando per fare spazio alle nuove competenze. Quelle in cui si integrano l’intuizione, la creatività e l’empatia.
“Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ogni persona è geniale”. -Charles Baudelaire-
Ebbene, sappiamo che oggigiorno questi nuovi ambiti lavorativi non vengono apprezzati, non si vedono e non si trovano facilmente. Le persone altamente sensibili (PAS) hanno spesso difficoltà ad integrarsi in contesti molto strutturati, in cui sono capaci di fiorire professionalmente.
Proprio per questo motivo, si stancano fisicamente ed emotivamente a causa del loro continuo sforzo per adattarsi ad un contesto poco favorevole e reattivo alla loro essenza, alla loro personalità. Una realtà delicata della quale vogliamo parlarvi a seguire.
Le persone altamente sensibili (PAS) e i loro problemi nel mondo del lavoro
La dottoressa Elaine Aron, esperta nel tema dell’alta sensibilità, ci indica che, in realtà, sono poche le PAS che si sentono davvero a proprio agio nel mondo del lavoro. Difatti, in diversi contesti lavorativi, la sensibilità viene vista come una dimensione passiva e poco utile ai fini organizzativi.
D’altro canto, sappiamo che ogni persona, sia PAS o meno, ha bisogno di sentirsi valorizzata e rispettata sul posto di lavoro per essere produttiva, per dare il meglio di sé. Tuttavia, l’alta sensibilità ha bisogno di qualcos’altro. Ha bisogno di un habitat proprio in cui germogliare, in cui sentirsi emotivamente e psichicamente bene. Ha bisogno di sintonizzare il suo cuore con un contesto.
Principali problemi riscontrati dalle PAS negli ambienti lavorativi
Le persone altamente sensibili sono come un “radar”. Qualsiasi alterazione, disfunzione o problema sul posto di lavoro viene intercettato in anticipo. Tali situazioni le sottomettono ad un permanente stato di ansia.
Un ambiente lavorativo con suoni o luci eccessivi oppure in cui l’interazione personale è continua provoca una sovraeccitazione nel loro sistema neuronale. Si sentono sfinite dopo poche ore. Un altro aspetto singolare è che l’alta sensibilità è in grado di anticipare qualsiasi necessità che sorge nell’ambiente di lavoro. Questo porta le PAS ad assumere responsabilità altrui. Non lo fanno per la necessità di compiacere gli altri, ma perché capiscono che va fatto. A lungo andare, questo aumenta il loro carico.
Il dipartimento delle Risorse Umane non sempre si prende cura dell’ambiente lavorativo né è recettivo verso le sottigliezze che riguardano le persone altamente sensibili. Si hanno spesso idee sbagliate su queste persone, ad
esempio: sono vulnerabili, incapaci di raggiungere gli obbiettivi e prive di capacità di leadership. Un’idea del tutto sbagliata che chiariremo di seguito.
Il futuro delle organizzazioni intelligenti e l’alta sensibilità Lo dicevamo all’inizio. Il modello attuale delle grandi aziende ed organizzazioni sta cambiando. Si necessita un capitale umano più intuitivo, creativo e sensibile all’ambiente circostante per anticipare ciò di cui la società ha bisogno. Questa considerazione delle persone altamente sensibili come passive sta cambiando.
L’alta sensibilità è uno strumento valido per percepire ed anticipare i nuovi mercati. Sono persone che riescono ad entrare molto più in empatia con i clienti per capire di cosa hanno bisogno. Le aziende del futuro cercano di gestire meglio la diversità del loro personale. Gli ambienti di lavoro non aspirano ad avere un esercito di professionisti simili. Hanno bisogno di persone capaci di apportare un capitale umano unico ed eccezionale. In cui la creatività e l’intuizione siano due strategie molto potenti.
Le persone altamente sensibili integrano l’atteggiamento dell’alto concetto. Si tratta di una dimensione che caratterizza un buon leader. Nonostante lo stupore di molti, le PAS dispongono di un profilo ideale a tale scopo: sono visionarie, intuitive e capaci di vedere le cose in prospettiva, mai in modo riduttivo, parziale o disprezzante.
Sono riflessive e creano un buon ambiente sociale. A loro volta, sono vigili, cercano l’eccellenza in tutto ciò che fanno e contagiano lo spirito cosciente e innovativo che, senza dubbio, sarà la chiave del futuro in molte organizzazioni. È necessario credere in sé stessi affinché, prima o dopo, il mondo scopra tutto ciò che può offrire quello sguardo che comprende la vita con il cuore, tramite l’emisfero destro.
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La predisposizione innata a percepire gli stimoli in modo più differenziato e intenso rispetto alla media è spesso un vantaggio, ma di frequente è vissuto con disagio. Anche perché non sempre questo dono viene apprezzato dagli altri e, nonostante l’ipersensibile tenda a rinunciare a se stesso adeguandosi alle esigenze degli altri, non mancano i rimproveri: “Devi sempre essere così emotivo?” Molti, così, soffrono per questo loro aspetto caratteriale: sono più vulnerabili, più soggetti allo stress e spesso insicuri. L’autore affronta qui questo problema, ancora ampiamente ignorato e poco trattato, aiutando gli ipersensibili a capire il motivo del loro “sentirsi diversi”. Invita e guida i lettori verso l’adozione di un nuovo atteggiamento che permetta loro di contenere gli effetti più negativi dell’ipersensibilità, insegna a smettere di acconsentire a richieste eccessive o di risentire dei troppi stimoli esterni, imparando a porre confini più netti tra sé e il mondo. Permette di valorizzare la capacità di empatia, senza esserne sopraffatti.